L’opera di Mario Sironi testimonia la fase di passaggio tra le esperienze tardofuturiste e l’iniziale avvicinamento alla pittura metafisica, individuabile nella monumentale figura femminile simile a un manichino da sartoria. Questa Dea moderna, datata 1919 sulla base della data riportata sul giornale “La Tribuna” di cui è costituito il collage, rappresenta il passaggio da una femminilità chiusa in rigide forme a una più libera: la figura altera e misteriosa, dalla rigida posa plastica, poggia sul piede destro e mette in evidenza il busto prepotente. In quest’opera, Sironi sceglie di servirsi di più tipi di carta (da parati, da “spolvero”, di giornale) in relazione alla loro differente colorazione. La tecnica si rivela funzionale non solo alla ricerca materica, ma anche alla realizzazione di una robusta composizione plastica, preludio ai paesaggi urbani.
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