0443_Sandro_BotticelliConosciuto anche come la Madonna del libro, questo dipinto raffigura la Vergine e il Bambino intenti alla lettura di un libro che risulta solo parzialmente visibile. L’impaginazione e la decorazione dei fogli hanno permesso di formulare l’ipotesi che si tratti di un Libro d’Ore, cioè di uno di quei manuali di devozione destinati ai laici che ebbero grande diffusione tra il XIII e il XVI secolo.

Accanto al volume aperto, sul quale la mano di Maria si sta delicatamente posando, sono visibili altri libri e alcuni semplici oggetti che contribuiscono a conferire all’immagine un tono familiare.
La composizione piramidale delle due figure sacre lascia ampio spazio, nella parte destra del quadro, a una finestra aperta sul paesaggio, dalla quale proviene una luce calda e crepuscolare.
Il chiarore di cui sono pervasi la Madonna e il Bambino, tuttavia, non sembra avere un’origine naturalistica: esso pare piuttosto emanare dalle figure stesse, diffondendosi nello spazio circostante e trasformando il semplice interno domestico in un’ambientazione mistica.

Anche i frutti che compaiono sulla sinistra hanno verosimilmente un significato simbolico: le ciliegie alludono al sangue di Cristo, le prugne alla dolcezza dell’affetto della Vergine e del Bambino, i fichi alla Salvezza o alla Resurrezione di Cristo.

I tre chiodi della croce nella mano del piccolo Gesù e la corona di spine sul suo braccio sono stati dubitativamente ritenuti aggiunte successive e non autografe, ma nella loro diretta allusione a una prefigurazione della Passione di Cristo contribuiscono in ogni caso a rendere più esplicito il vero significato del dipinto.
Nonostante quest’opera sia databile intorno al 1480, quando il pittore aveva già raggiunto la sua piena maturità artistica, essa risente ancora dell’influsso di Filippo Lippi, primo maestro del Botticelli e autore di raffinate immagini sacre. Sono comunque presenti nel quadro tutti gli elementi della poetica botticelliana propri di questo particolare momento artistico, caratterizzato da una linearità morbida ed elegante, e da uno stile calmo e prezioso, ancora lontano dall’intenso patetismo che permeerà la tarda produzione artistica del maestro fiorentino.

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